Tema: la mia prima settimana di ferie.

Ho passato la mia prima settimana di ferie in un clima di disperazione misto a voglia di suicidio. 
Ho provato a fermarmi, a fare le cose con calma. 
Risultato? Ho sfiorato la depressione almeno 10 volte al giorno. 
Non sono abituata a stare in modalità offline. Ma evidentemente il mio corpo ne aveva bisogno. 
Ho dormito tanto, consumato le lenzuola, adagiato le mie ossa su qualsiasi oggetto che prevedesse una posizione orizzontale. 
Poco mare. E poche uscite. Vita sociale pari a zero. Non ne avevo tantissima voglia. 
La verità è che, dopo il weekend scorso, dove mi sono ritrovata l'innominato, sulla stessa spiaggia in Salento, e dopo esserci ignorati a sufficienza, io sono ritornata con una tristezza immane che ho fatto fatica a togliermi di dosso. 
Non pensavo che un saputello cafone potesse condizionare a tal punto la mia vita e il mio umore.
Poi sono rinsavita. 
Ho un mese di ferie e non posso mica passarmelo così. Mi son detta. 
Mi dispiace solo di non essere riuscita, ancora una volta, a saper gestire un abbandono. Uno strappo. Un distacco. 
C'è qualcuno che ne è in grado?

Ogni volta mi chiedo come si può passare dallo stare insieme come i migliori amanti dei film americani alla totale indifferenza. E' una cosa a cui non mi abituerò mai.
Non mi aspetto un contratto di messaggistica che ci possa tenere legati in qualche modo, ma mi aspetto sempre che, prima di salutarsi in questo modo davvero infame, chi ha intenzione di interrompere, sia disposto almeno a cedere alla verità. A dirle, quelle parole scomode. Tipo non voglio sentirti più. Non mi piaci, ci ho provato ma niente. Non mi va più di passare del tempo con te. 
Non ho mica un fucile in borsa. Anzi, sarei contenta di avere un confronto così duro ma almeno veritiero. E non nascondo che mi farebbe male, ma almeno non mi farebbe vivere appesa.

Perché è così che mi sento adesso. Appesa.
In attesa di un possibile ritorno.
Perché alla fine tutti tornano. 

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